Molte, moltissime donne, si avvicinano allo Yoga per la prima volta qualche settimana dopo la comparsa della famosa coppia di lineette rosa, perché è ormai sentimento diffuso che lo Yoga in gravidanza faccia bene: perché?

Partiamo da una conferma tranquillizzante: praticare Yoga fa bene (benissimo) sempre, in un periodo di enormi trasformazioni (e che ne prepara altrettante  -forse- maggiori), ancora di più!

Come sempre non ho la pretesa di scrivere trattati onnicomprensivi, lo spazio ridotto e lo spirito di questo luogo non lo permetterebbero: desidero solo fugare qualche nebbia sul tema, proprio perché sono moltissime le future mamme che associano “inizio gravidanza” con “mi iscrivo ad un corso di Yoga”.

La premessa necessaria (e mi rendo conto un po’ antipatichina) è che la preparazione alla gravidanza occorrerebbe fosse effettuata prima della gravidanza stessa: a livello fisico, psichico, emotivo, una donna dovrebbe considerarsi in gravidanza (e quindi prepararsi come tale) fin da quando nei suoi pensieri, e in quelli della coppia, compare il sogno di un figlio: il bravo contadino semina solo dopo aver preparato, curato, coccolato la terra.

Ma vabbè: come dicono a Milano, “Piutost che nient l’è mei piutost” (piuttosto che niente, è meglio piuttosto), benvenga il desiderio di occuparsi del benessere della futura mamma quando il test ha già dato il proprio responso!

E allora il primo consiglio, forse un po’ paradossale: se già non pratichiamo Yoga, già che abbiamo atteso tanto, attendiamo ancora un po’. Le prime settimane di gestazione possono essere davvero intense, ormonalmente il corpo sta assistendo ad una tempesta mai vista prima, se tutto va bene il livello di energia sarà quello di un post rave: direi che durante le prime settimane (ripeto: se non si è mai praticato prima) non è il momento migliore per affrontare un nuovo impegno.

Ma dalle 14 settimane, benvenga la pratica Yoga: dolce, adattata, con quelle poche precauzioni che servono, e con quelle indicazioni che valorizzano il nuovo corpo ed il nuovo sentire.

E su cosa opera lo Yoga in questa dolce (ma a volte anche faticosissima!) attesa? Ebbene, sulla persona nella sua totalità: il lavoro delle Asana mantiene il corpo flessibile, in special modo la colonna vertebrale che è sottoposta a cambi importanti di curvature, ed una colonna mantenuta flessibile sarà capace di ritrovare la sua postura corretta nel post parto; ma anche sul bacino, in vista del parto, sui piedi, che sopportano un aumento di carico, sulle mani, polsi, retro bacino, spalle, anche, dove in gravidanza possono manifestarsi piccoli fastidi.

Con le tecniche di rilassamento e concentrazione lo Yoga agisce sul mentale della futura mamma: non è raro che la donna in questo periodo manifesti momenti di ansia e preoccupazione, inutile negarli, molto meglio viverli e lasciarli andare con gli strumenti che ci dona lo Yoga. Con le tecniche di Pranayama, oltre che rafforzare il lavoro sul mentale, regala la possibilità di scoprire “luoghi alternativi” dove respirare: perché vi assicuro che non è per niente facile immettere aria nei polmoni quando “l’ospite” blocca il diaframma negli ultimi mesi, tanto più quando questi coincidono col periodo caldo! E allora impariamo a trovare possibilità di espansione polmonare non-energivora tramite le tecniche di respirazione: utilissime poi anche durante le fasi complesse di travaglio e parto. Questi momenti sono peraltro sostenuti anche da tecniche di visualizzazione, concentrazione, “presenza” in generale, di cui lo Yoga è profondamente impregnato.

Potremmo proseguire per ore: in generale dico che “oltre a tutti i benefici che offre durante la gravidanza, aiuta in modo profondo a prepararsi al parto. Non garantisce che avrete un parto facile, o che il passaggio alla condizione di madre sarà privo di difficoltà, ma vi renderà capaci di sfruttare al massimo le vostre risorse interiori durante l’attesa, nel momento del parto, e dopo la nascita di vostro figlio.” (Janet Balaskas, “Manuale pratico di Yoga per il parto”).

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