Quanti di noi sentono la necessità di accedere ad uno stato di rilassamento profondo? Lo Yoga agisce proprio sul rimuovere tensioni non necessarie, e in particolare tramite Yoga Nidra il praticante sperimenta uno stato di completa liberazione dalle sensazioni stressogene.
Ma di cosa si tratta? Innanzi tutto, a differenza di altri metodi (ad esempio la meditazione, il Pranayama, ecc.) richiede pochissima esperienza preliminare, ed è quindi accessibile allo studente principiante, salvo il verificare che lo stato psicologico non sia di profonda fragilità, caso in cui occorre prestare maggiore attenzione. Ed è accessibile a tutti perché la tecnica è completamente “guidata” dall’esterno, tramite la presenza di un istruttore, o successivamente tramite la semplice voce registrata.
La forma che conosciamo e pratichiamo noi oggi ci arriva da Swami Satyananda Saraswati, allievo di Swami Shivananda Saraswati, che in decenni di esperimenti ha sistematizzato la tecnica, ponendola anche al centro di numerosi esperimenti scientifici (a tal proposito si veda per un approfondimento il suo testo, edito dalla Yoga Publications Trust, Munger, Bihar, India).
Nidra significa Sonno, ma lo stato di coscienza prodotto da questa pratica non rientra nel sonno vero e proprio (onde Theta e Delta), né nello stato di veglia (Beta), come provano le analisi sulle onde cerebrali emesse: questo stato è caratterizzato dall’emissione di onde Alfa, ed è sperimentato da tutti nel passaggio dalla veglia al sonno in modo naturale, ma ha una durata davvero limitata e soprattutto in assenza di coscienza.
Durante la pratica di Yoga Nidra invece “si appare addormentati, ma la coscienza funziona ad un livello di consapevolezza più profondo. Per questa ragione si fa spesso riferimento a yoga nidra come sonno psichico o profondo rilassamento con consapevolezza interiore. In questo stadio intermedio tra il sonno e la veglia, il contatto con la mente subconscia e inconscia avviene spontaneamente.”
Altro stato apparentemente simile ma in realtà molto diverso è l’ipnosi: se in entrambe i casi si opera una sospensione dei sensi (e quindi anche in Yoga Nidra “si passa” brevemente attraverso uno stato ipnotico), durante la pratica ipnotica l’attività del cervello è completamente sospesa, mentre durante Yoga Nidra esperimenti con PET ed EEG mostrano un’attività molto elevata, con un risultante stato di consapevolezza sempre presente.
La pratica vera e propria deve essere preparata da una fase di Asana, dove il corpo viene liberato da tensioni muscolari; si procede poi a posizionarsi nella posizione di Savasana, del cadavere: supini con gambe abbandonate e punte dei piedi cadenti, la braccia discoste dal corpo con i palmi verso l’alto, il tratto cervicale ben allungato. E’ importante trovare una posizione comoda, ben protetta dal freddo che sopraggiungerà nel rilassamento, per poter mantenere l’immobilità durante tutta la pratica.
E nell’immobilità si svolge l’ascolto delle istruzioni, la cui composizione può variare, ma sempre mantenendo i passaggi necessari per essere portati (e restare piuttosto a lungo) nello stato di Yoga Nidra: la rotazione della coscienza delle diverse parti del corpo ci farà attraversare tutte le sensazioni fisiche. I sensi vengono ulteriormente stimolati da immagini di temperature diverse, stati di pesantezza e leggerezza, per poterli poi abbandonare totalmente, sperimentando il Pratyahara di Patanjali. Una volta ritirata dai sensi la mente si dedica all’ascolto del respiro, vero ponte tra corpo fisico e corpi sottili, quindi possono essere guidate visualizzazioni, conteggi particolari, immagini archetipe. A seconda della guida può essere proposto al praticante di formulare in completa autonomia (altra differenza con l’ipnosi) un Sankalpa, una risoluzione: un proposito positivo, breve, da ripetere a inizio e fine pratica, come in molte Scuole si effettua anche in pratiche di Asana.
In questo modo la coscienza si sposta tra livelli differenti: a volte molto vicina ai sensi, a volte si pone ad una distanza molto remota. Gli effetti benefici per il sistema persona sono numerosi, provati da numerosi studi, anche come coadiuvante in stati patologici. E non avendo effetti collaterali è ottimo anche in stati di convalescenza, o in gravidanza (unico accorgimento far decidere alla futura mamma se praticare in Savasana o su un fianco: il peso dell’addome genera spesso scomodità in posizione supina).
Ma in sostanza, come ci si sente grazie a questa pratica? Per spiegare ai miei corsi di bimbi l’effetto del rilassamento profondo generato da Yoga Nidra dico loro: “Avete presente quella sensazione meravigliosa che sentite alla fine di una bellissima dormita? Ecco! E tutto ciò in pochissimo tempo e senza dormire!”. E in un periodo storico caratterizzato da disturbi del sonno sempre più diffusi, con notti dove la mente continua la sua ruminazione incessante, e risvegli carichi di più stanchezza della sera precedente, poter accedere in breve tempo ad una sensazione di rilassamento e riposo totale è impagabile.